Flessa, imbrattata, spazzata via a suon di schiaffi.

Ti sei avventurata per le strade e la città è così, oggi.

Maestrale.

Hai desiderato l’autunno, ma veste ancora i toni sconsiderati dell’estate.

Con le strade vuote e gli elicotteri sulle teste, l’Isola ha retto. È stata una primavera d’emergenza, sbocciata di nascosto, nell’incredulità.

La stagione appena iniziata, invece, ha ereditato stupidità e privilegi, paure nuove e infide. Incapacità, soprattutto.

Ma oggi ulula un vento maestoso, spinge avanti, porta novità. Si involano davanti agli occhi, rapide e luccicanti tra le spire dei mulinelli.

Riuscirai ad afferrarle?

Nuovi inizi. Speranze, fondamenta di progetti.

I mattoni con cui costruire, accumulati negli anni, gonfiano le tasche. Tra le mani il lavoro, il desiderio e la sua ombra.

Questo vento non poteva arrivare in un giorno migliore.

I volantini dei supermarket turbinano nel cielo burrascoso, le offerte speciali ormai sono scadute. Non c’è più tempo, ciò che è buono e fresco, primizie di stagione, colorerà nuove pagine.

Hai incrociato lui, mentre sfidava il vento. Testa bassa, passo incerto.

Lo hai sentito pronunciare il tuo nome, ma non ti sei voltata.

Ti ha stretto per un polso e, forse, gli hai sussurrato qualcosa.

Siete ancora là, nel vento.

Immobili e scossi.