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Piccoli racconti di città

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Oggi su @masticadoresdeletras il racconto "La disfida della pardula"
"Un giorno, con le mie sorelle, si discuteva dei personaggi de “Il Signore degli Anelli”, si scherzava su chi fosse “il preferito”: mia madre, ascoltandoci, affermò convintamente la sua predilezione per Legolas. Erano i tempi della trilogia cinematografica e io, non so perché, rimasi un poco stupita, forse mi aspettavo esprimesse un affetto più materno, che ne so, per Frodo, o ammirazione per il re -ancora senza trono- Aragorn. Il suo amore per gli elfi credo di averlo capito col tempo, con le letture di alcuni approfondimenti sulla poetica di J.R.R. Tolkien che lei non conosceva, ma che quasi certamente aveva “sentito”, vista la sua educazione e la sua natura spirituale".
È iniziata la primavera.
“Bisognerebbe avere il cuore di pietra per non emozionarsi a vedere quella stella”
Voi che sogni fate di questi tempi? Quando scoppiò la guerra nel golfo ero alle scuole medie e sognavo di continuo bombardamenti, aerei da combattimento, fumo nero e denso. Da adulta, con questa guerra a colpi di tweet, faccio sogni belli, ritrovo persone che si sono allontanate, le abbraccio, faccio progetti. Non mi pongo nessun perché, non mi preoccupo di niente, non ho preveggenza. Vorrei tenere con me questa sensazione il più a lungo possibile, mentre affronto la giornata, ma passo dopo passo tutto sfugge, la città scivola tra le dita e, con l’eco di ciò che accade nel mondo, il distacco è fastidioso, la freddezza molesta.
Il colpo al cuore, nel sentire che "c'è un destino": parole di pietra, le pronuncia il giovane uomo che ti sta raccontando la sua vita, ciò che ha imparato del mondo, lui che in certi momenti pare così scanzonato, poi si schermisce dalle sue stesse lacrime e pare pentirsi della rabbia, ma si, lo conosci bene, è un amico caro e lontano, anzi!, sei tu, hai paura di essere tu.
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