Regali di città

I regali di città ti aspettano dove non immagineresti mai.

Magari in una delle strade che percorri abitualmente, quelle che dovresti conoscere  bene e che invece calpesti senza badarci, perché si trovano vicino a casa o al parcheggio, e che sono velate alla vista, nascoste da un’aura di familiarità e noia, ricoperte dal desiderio di tornare o di scappare via, verso i doveri o i piaceri della giornata.

Poi arriva il giorno in cui piove, il primo acquazzone di fine estate, e sei costretto a fermarti e a guardare. Proprio lì, vicino al portone del tuo palazzo, a pochi metri da un pittoresco negozio di abbigliamento vintage, quel cancello verde sverniciato e arrugginito,  che ti è sempre sembrato amalgamato alla parete delle strada, è aperto, come una finestra spalancata da un vento burrascoso.

Dalla breccia puoi vedere un piccolo cortile interno, coperto di ghiaia: al centro corre una passerella, spatolata con uno strano cemento grigio e brillante, che conduce fino a un vecchio garage adibito a officina o bottega, chi può dirlo.

Un gatto rosso dal pelo lungo se ne sta vicino all’ingresso, immobile come una statua, e ti fissa. Vorresti sbirciare dentro, senti che c’è qualcuno all’interno del garage, sta armeggiando con degli attrezzi, chissà cosa sta aggiustando. Si, potrebbe essere un’officina o la bottega di un fabbro, ci sono pneumatici, cerchioni, intravedi perfino un’incudine, ma per distinguere qualcosa in più, in quel marasma illuminato da due lampade da lavoro appese al soffitto, dovresti guardare meglio, avvicinarti…. e il gatto non sembra d’accordo. La sua immobilità è più minacciosa di qualsiasi soffio o balzo che potrebbe fare, anche ora, verso di te. Tutto intorno, nella ghiaia, ci sono piccole pozzanghere, le gocce di pioggia ancora tremolano sulle superfici orizzontali esposte all’acquazzone, ma il gatto è perfettamente asciutto, una nuvola arancione che ti intima di andare.

Passerà un po’ di tempo, prima che tu possa vedere il cancello di nuovo aperto.

Sarà autunno inoltrato e avrai provato a sbirciare oltre il confine che hai scoperto penetrabile molte volte.  Ma quel giorno sarai triste e anche un po’ arrabbiato. Sarà successo qualcosa che non ti aspettavi, sarai deluso, qualcuno ti avrà deluso. Ti starai chiedendo perché: non lo vuoi ammettere, ma temi che sia colpa tua. Solleverai lo sguardo e il cancello sarà aperto.

Il micio rosso si è compattato sopra una seggiola di corda, alla sinistra dell’ingresso. Sembra un pollo impellicciato, socchiude gli occhi, ti guarda per un istante, richiude gli occhi. Puoi entrare. E allora lo incontri, un uomo esile, con le rughe belle, gli occhi azzurri e acquosi, leggermente ricurvo sul suo lavoro. Ti racconta che fa piccole riparazioni, di tutti i generi. Quando era giovane girava con un camioncino per paesi e città e offriva diversi servizi. Sapeva fare un po’ di tutto, era d’aiuto a tanti. Ti racconta la sua storia d’amore, un romanticismo impossibile e struggente, e ti dice che ora è solo, ma non si sente infelice, quasi mai, perché ha i suoi piccoli lavori a cui badare.

Lo ascolti, non sai per quanto tempo, e ti senti meglio, ridimensioni i tuoi guai. Ti dici che quel pezzo di mondo, oltre il cancello, ora appartiene anche a te  e non lo lascerai più andare via.

Sarà quasi Natale, quando la città ti permetterà di rientrare.

Il micio rosso passeggia aggraziato sulla passerella in cemento argentato, ma il garage è vuoto.

Anzi.

Dentro c’è un ragazzo alto, magrolino. Ti racconta che userà quel garage come deposito. No, non sa che fine ha fatto il vecchio proprietario. Sarai un po’ triste, al pensiero di quello che è successo. Poi, alla luce di una lampada da lavoro appesa al soffitto, guarderai il volto liscio e sbarbato del ragazzo e vedrai due occhi grandi, azzurri e acquosi.

Sentirai molte storie, in quel piccolo fazzoletto di terra che la città ti ha regalato. Alcune le conoscerai già, saranno storie d’amore e di viaggi. Storie in cui si aggiustano tante cose. E all’occorrenza anche tu.

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